martedì 3 settembre 2013

Sinclair ZX Spectrum


ZX Spectrum, prodotto a partire dal 1982 dall'azienda inglese Sinclair Research Ltd di Clive Sinclair, è un microcomputer a 8 bit basato sul microprocessore Z80A, originariamente dotato di 16 kB di ROM contenenti il linguaggio BASIC, di 16 kB di RAM espandibili a 48 kB e di una caratteristica tastiera in lattice con 40 tasti multifunzione. In Europa è stato il principale antagonista del Commodore 64 e conquistò una discreta fetta di mercato grazie al prezzo di listino più abbordabile. Le tante soluzioni costruttive adottate per contenere i costi spinsero alcuni recensori dell'epoca a classificarlo come "il computer con il miglior rapporto prezzo-prestazioni".

Le piccole dimensioni, la velocità di calcolo e il prezzo relativamente basso lo resero popolare negli anni ottanta in tutto il mondo, tanto che se ne ebbero versioni clonate e praticamente uguali in estetica ma con nomi diversi, come l'Inves Spectrum in Spagna, il Moscow e poi il Baltic in Russia. Lo Spectrum fu anche distribuito negli USA con il marchio Timex, in una inusuale livrea chiara, con il nome Timex Sinclair 2068.
L'interprete BASIC venne fortemente personalizzato dalla Sinclair per compensare i limiti della tastiera e per sfruttare al massimo le caratteristiche grafiche e sonore della macchina.


Con lo ZX Spectrum la Sinclair intendeva riproporre la filosofia minimale introdotta negli anni precedenti con lo ZX80 (1980) e lo ZX81 (1981). Il nome in codice, ZX82 (o ZX81 Colour) venne sostituito dal nome commerciale ZX Spectrum, con il quale si voleva sottolineare la possibilità di visualizzare immagini su tutto lo spettro dei colori (i due computer precedenti, malgrado il discreto successo, non disponevano né di suono né di colore). I due modelli disponibili disponevano di 16 kB e di 48 kB di memoria (il kit di espansione a 48 kB per il modello più piccolo in Italia costava circa 90.000 lire).

Lo Spectrum con 48 kB di serie fece il suo debutto alla fine del 1982 e diventò ben presto uno degli home computer di maggior successo. Le caratteristiche che attiravano di più gli acquirenti erano il prezzo e la linea compatta, risultati ottenuti concentrando molta dell'elettronica in un solo chip custom (la Uncommitted Logic Array della inglese Ferranti, nota anche come ULA). Milioni di unità furono vendute, principalmente in Europa (fino alla prima metà del 1983 lo Spectrum doveva essere acquistato direttamente in Inghilterra) ma riscosse immediatamente un notevole interesse.


La memoria di massa utilizzata da tutti i modelli di Spectrum è il registratore a cassette e tutto il software prodotto è disponibile su nastro. L'eccezione è il modello ZX Spectrum+3 che usa un floppy disk drive da 3" ma può caricare i programmi anche da nastro. Ove il registratore non sia integrato, l'interfaccia è realizzata tramite due connettori da 3,5 mm. Questo permetteva di utilizzare come dispositivo di memorizzazione di massa, a differenza del Commodore 64, che richiedeva un registratore dedicato, un qualsiasi registratore portatile.

Una comune critica allo ZX Spectrum, rispetto ad altre macchine concorrenti, era la presunta scarsa affidabilità dovuto al surriscaldamento, con conseguenza di blocco dopo ore di utilizzo. Tale problema peraltro non è stato riscontrato in tutte le macchine e quindi non classificabile come difetto di fabbricazione. Con buona probabilità è una caratteristica negativa che si è diffusa su larga scala a scopo denigratorio, soprattutto da parte degli utilizzatori delle macchine concorrenti. Il problema di eccessivo surriscaldamento, peraltro reale (pur non comportando il blocco), sembrava derivare dalle scelte fatte nello schema di alimentazione.


Fonte principale: Wikipedia.

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