venerdì 28 marzo 2014

Commodore VIC-20


Il Commodore VIC-20 o Commodore VIC 20 (in Giappone: Commodore VIC-1001; in Germania: Commodore VC 20) è un home computer della Commodore Business Machines Inc. commercializzato dall'ottobre 1980 al gennaio 1985. Fu proposto come computer per la famiglia e per il gioco ed ebbe un grande successo di vendite, subissato solo dal successivo Commodore 64. L'hardware è basato sul processore MOS 6502, con una memoria ROM di circa 20 kB contenente sistema operativo e interprete BASIC, memoria RAM di 5 kB, di cui 3,5 kB disponibili per la programmazione in BASIC.


Il Commodore VIC-20 è stato il primo computer della storia a superare la quota simbolica di un milione di esemplari venduti, quota tutt'oggi rilevante che il Commodore VIC-20 ha raggiunto nel gennaio del 1983. Il periodo di maggiore successo commerciale del Commodore VIC-20 è stato il 1982, anno in cui è risultato anche il computer più venduto nel mondo con 800.000 esemplari venduti. All'apice del suo successo commerciale venivano prodotti circa 9.000 esemplari al giorno. In totale sono stati venduti circa 2,5 milioni di esemplari, quantità che non fa del Commodore VIC-20 il computer più venduto della storia. Tale primato appartiene ad un computer sempre della Commodore Business Machines Inc., il Commodore 64, venduto in 17 milioni di esemplari. Il Commodore VIC-20 inoltre è stato il primo computer della storia con video a colori venduto al dettaglio ad un prezzo inferiore ai 300 dollari.


Prodotto da Commodore a partire dal 1980, con l'aspetto di una tastiera, come il successivo Commodore 64, fu soprannominato "the friendly computer", il computer amico, e commercializzato come computer per la famiglia, per la casa, per il gioco, ad un prezzo relativamente contenuto, meno di 300$. Nato da un progetto interno destinato a mostrare che un piccolo computer poteva avere mercato, venne commercializzato inizialmente nella versione giapponese VIC-1001. Il nome era un evidente rimando alla già famosa serie PET, che aveva il suo capostipite nel modello 2001, e sotto la quale il nuovo nato si andava a collocare. La parentela con la serie PET, al di là della CPU utilizzata che era la medesima, risulta evidente nelle prime serie che avevano tasti squadrati, anziché quelli a profilo arrotondato tipici anche del Commodore 64 e del piccolo Commodore 16. Questi esemplari vengono chiamati dai collezionisti "VIC 20 PET style" e sono molto ricercati.


Nel caso rimanessero dubbi, l'appartenenza de facto alla famiglia dei PET appariva anche all'accensione, con il banner di sistema che identificava il linguaggio a bordo come un Basic Versione 2 per i computer CBM, cioè per la serie professionale. Al di là delle evidenti differenze nella gestione dello schermo, dotato di una dimensione di pagina testo assai inusuale, perfino gli entry point di alcune funzioni interne del KERNAL funzionavano in modo simile e tale somiglianza rimase anche nei successivi modelli a 8 bit (caso classico la subroutine denominata CHROUT e deputata a scrivere un carattere sullo schermo). L'ingresso nel mercato delle macchine di fascia bassa come detto riuscì con grande successo. Uscì di produzione all'inizio del 1985 quando fu sostituito dal Commodore 16.


Il VIC-20 fu protagonista della guerra dei prezzi che spinse la Texas Instruments fuori dal mercato degli home computer. Come l'Apple contribuì ad una larga diffusione del computer, ma in un settore differente, con l'Apple collocato più nella fascia personal che in quella home. Fu anche un computer di sviluppo, basti pensare ad un personaggio che "da giovane" ebbe un VIC 20: Linus Torvalds. Le limitazioni del BASIC del VIC-20 e -soprattutto- del successivo modello 64, dotato di identica versione, spinsero nel tempo molti appassionati ad esplorare le funzioni interne della macchina per capire come i professionisti dei giochi realizzassero effetti grafici e quant'altro. Va notato che molti programmi in linguaggio macchina potevano girare solo su una configurazione, cioè solo con o senza espansione di memoria. Ciò è dovuto al fatto che la posizione iniziale della memoria utente cambiava in presenza di una qualsiasi espansione (comunque rilevabile agevolmente via software) ed alla relativa difficoltà di scrivere codice macchina rilocabile per il 6502.


Fonte principale: Wikipedia

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