giovedì 25 luglio 2013

Indietro tutta!


Popolare trasmissione televisiva di Renzo Arbore, condotta dallo stesso Arbore e Nino Frassica, in onda in seconda serata su Rai 2, dal 14 dicembre 1987 all'11 marzo 1988, prima del telegiornale. Lo show, in apparenza un gioco a premi dove si sfidano concorrenti del Nord e Sud Italia, è in realtà un varietà sui generis, con forti intenti satirici verso la televisione stessa e i suoi stereotipi. Arbore infatti, tra gag e personaggi curiosi, canzoni e finti giochi a premi, non fa che stigmatizzare un certo tipo di televisione, che proprio negli anni ottanta aveva iniziato ad orientarsi verso un genere di intrattenimento sempre più commerciale e di basso livello culturale: fra salotti televisivi sempre più frivoli, ragazze sempre più svestite e giochi a premi sempre più banali che distribuivano milioni a pioggia.


Tra gli elementi satirici, oltre alle scenografie e ai costumi volutamente ed esageratamente sfarzosi e grotteschi, spiccano ad esempio le "Ragazze Coccodè", che ballano vestite con costumi da galline, antesignane delle più attuali veline o letterine, o lo sponsor immaginario della trasmissione: il "Cacao Meravigliao". Memorabili alcune gag che hanno alimentato autentici tormentoni: "Volante uno Volante due" (le voci di due poliziotti sono di Alfredo Cerruti e Arnaldo Santoro, coautori del programma); "chiamo io ... chiama lei" (la voce del prof. Pisapia - sempre Cerruti - rinchiuso sotto la tolda della nave a guardare la TV); "che sta pensando quiz". Si ricordano anche gli sketch di Michele Foresta, più noto come Mago Forest, un esordiente Francesco Paolantoni nei panni di Cupido, il "gonghista" Fulvio Falzarano e, tra le vallette, figurano anche Maria Grazia Cucinotta e la "Miss Sud" Nina Soldano.


Nel programma viene abolita la classica soglia esistente in tv tra "scena" e "retroscena". Si pensi a tal proposito a elementi quali la "Regia in diretta" di Renzo Arbore, che dispone di console video. Inoltre, Arbore si rivolge al conduttore Frassica come se fosse a una "prova generale" prima dello spettacolo. Lo stesso Frassica ha affermato in un'intervista che la maggior parte del programma era basata sull'improvvisazione. Frassica si fa esplicitamente guidare in diretta dall'autore. Trattandosi di un programma parodia di tante trasmissioni della tv commerciale, numerosi sono gli elementi di autoreferenzialità televisiva: oltre allo sponsor immaginario, altri elementi come la finta ruota della fortuna, i balletti e i corpi di ballo composti da ballerine vestite come galline, sono chiaramente riferiti a programmi più o meno noti di altre emittenti.


Curiosamente, Renzo Arbore appare in uniforme da ufficiale di marina. Anche in altre trasmissioni cult degli anni ottanta, in primis in Colpo grosso, ritroviamo lo stesso concetto di anchorman/capitano al comando di una nave. Il programma diviene in breve tempo un cult, così come il suo predecessore "Quelli della Notte", altro successo di Arbore. Alcune battute dei protagonisti divengono dei veri e propri tormentoni, così come le varie canzoni eseguite in diretta: "Sì, la vita è tutt'un quiz" (sigla di apertura), "Vengo dopo il tiggì" (sigla di chiusura), "Pirulì" e "Cacao Meravigliao". Quest'ultima finta sponsorizzazione prevedeva un balletto delle ragazze Cacao meravigliao (di cui solo una era veramente brasiliana) sulle note di un jingle facilmente orecchiabile, con musicalità chiaramente esotica.


La trasmissione originariamente doveva andare in onda alle 23.10, come Quelli della notte, ma fu lo stesso Renzo Arbore a richiedere che venisse anticipata alle 22.30, ora del telegiornale. Da qui il motivo del titolo attribuito alla sigla di chiusura. Nonostante fosse stato più volte ripetuto che il prodotto era di fantasia, per lungo tempo nei supermercati e nelle drogherie la gente chiese di acquistare il "Cacao Meravigliao" che, in base alle descrizioni fornite all'interno del programma, era disponibile nelle versioni "Delicassao", "Spregiudicao" e "Depressao", chiaramente ispirati a stati d'animo. Si trattò, fra l'altro, di una dimostrazione alquanto emblematica del potere, a volte involontario, della televisione sul pubblico: si trattava infatti di un prodotto chiaramente fasullo, reclamizzato per finta, in una trasmissione dichiaratamente satirica.


Fonte principale: Wikipedia.

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