sabato 23 febbraio 2013

Culture Club


I Culture Club sono un gruppo musicale britannico, fautori del genere synthpop, numerose incursioni nel reggae e una spiccata propensione per il sottogenere della ballad. Appartengono di diritto alla corrente musicale New romantic. Famosi negli anni ottanta, in particolare per le due Numero 1 internazionali Do You Really Want to Hurt Me e Karma Chameleon, si sciolsero una prima volta nel 1986, per dare spazio alla carriera solista del cantante Boy George. Per celebrare i venti anni di carriera si riunirono nel periodo 1998-2002. La formazione storica del gruppo è composta da Boy George (voce), Mikey Graig (basso), Roy Hay (chitarre e tastiere), Jon Moss (batteria e percussioni). Soprattutto nel periodo iniziale, sia in studio che dal vivo, si aggiungeva Helen Terry (voce femminile), quinto membro la cui appartenenza ufficiale al gruppo è stato spesso discussa, con opinioni discordanti.

Prima della formazione dei Culture Club, George aveva cantato per breve tempo con il gruppo britannico dei Bow Wow Wow, con lo pseudonimo di Lieutenant Lush ('Luogotenente Lush'), diventando piuttosto popolare sotto questo nome. Questo aveva causato malumori con l'intero gruppo, soprattutto con la cantante principale, Annabella Lwin. Dopo questa esperienza, conclusasi con il suo licenziamento ad opera del manager della band, Malcom McLaren ( che rivelerà poi che l'inserimento di George non aveva altro scopo che quello di scuotere la Lwin) l'anglo-irlandese George O'Dowd, ribattezzatosi Boy George, decise di avviare un suo proprio gruppo. Il nome definitivo, Culture Club, suggerito dalle diverse origini dei quattro membri storici, rimpiazzò, su suggerimento di Moss, l'iniziale Sex Gang Children, poi ceduto a un'altra formazione.


Il bassista giamaicano Mickey Craig si era unito a George, colpito dalla sua immagine stravagante dopo averlo visto sulla copertina di una rivista di moda. Insieme arruolarono poi il batterista e percussionista anglo-ebreo Jon Moss e infine il chitarrista e tastierista anglo-sassone Roy Hay (quest'ultimo, in sostituzione del primo chitarrista, Suede, che ancora compare nelle primissime foto pubblicitarie del gruppo). La band incise alcuni demo, finanziati dalla casa discografica EMI, che però non ne rimase molto soddisfatta e non propose alcun ingaggio. A mettere sotto contratto la band in Gran Bretagna fu poco dopo un'etichetta della EMI, la Virgin, la quale, all'epoca assente dal mercato statunitense, li affidò a un'altra etichetta, la Epic, attiva negli Stati Uniti.

Dal primo album dei Culture Club, Kissing to Be Clever del 1982, fu estratto il primo singolo, White Boy. Intelligente brano pop, basato su un ritmo altamente percussivo, dai richiami tribali, il 45 giri non riuscì comunque a raggiungere le posizioni più alte delle classifiche, fermandosi al Numero 110 in Gran Bretagna. George rimase tuttavia contento del fatto che "5000 persone hanno comprato la mia canzone senza neanche conoscermi". Anche il singolo successivo, I'm Afraid of Me, dal sound caraibico e un testo definito, nel migliore dei casi, al limite della paranoia, non riuscì a decollare, raggiungendo appena il Numero 100 nel Regno Unito e fallendo anche sulle emittenti radiofoniche.


A questo punto, i Culture Club avevano già costruito una solida base di fans e sui muri di Londra comparivano sempre più spesso graffiti che inneggiavano al gruppo (tra i più celebri, la scritta che recita «Culture Club rule OK», che significa qualcosa come 'I Culture Club hanno le carte in regola'); tutto ciò di cui avevano bisogno era il disco giusto. Il terzo singolo, Do You Really Want to Hurt Me, brano con influenze reggae, scalò tutte le classifiche della BBC verso la fine del 1982 e diventò, subito dopo l'uscita sul mercato, un enorme successo internazionale, raggiungendo la prima posizione in una dozzina di paesi, tra cui il Regno Unito, e il Numero 2 negli Stati Uniti.

Il singolo seguente, Time (Clock of the Heart) (realizzato appositamente e assente dall'edizione britannica del long playing), caratterizzato dalla voce calda di George, inserita su un groove R&B, rappresentò una vera e propria svolta soul, fortemente voluta e ispirata da Roy Hay, e divenne un grande successo negli USA (Numero 2) e nel Regno Unito (Numero 3), mentre I'll Tumble 4 Ya, di nuovo da Kissing to Be Clever, raggiunse, in una versione più lunga e remixata, la Top Ten in America, senza però uscire in Gran Bretagna. Grazie a quest'ultimo singolo statunitense, i Culture Club furono il primo gruppo, dopo i leggendari Beatles, ad avere 4 singoli in classifica tutti tratti dall'album di debutto (come accennato, l'edizione USA di Kissing to Be Clever conteneva anche "Time (Clock of the Heart)", recentemente aggiunta anche nella ristampa internazionale del 33 giri, rimasterizzato in CD, nel 2003).


L'album d'esordio vendette 2 milioni di copie al momento della pubblicazione. Unico nel suo modo eccentrico di vestirsi e per il look androgino (anche se, secondo molti, sia il look che lo stile di Boy George sarebbero stati presi da Pete Burns dei Dead or Alive, che avrebbe preceduto Boy George di alcuni anni, ma i due non hanno mai smesso di discutere in proposito, con Pete Burns che affermerebbe che non sarebbe importante chi ha indossato cosa per primo, ma chi è stato visto per primo indossare cosa), Boy George divenne una celebrità di livello mondiale e uno dei preferiti dell'allora nascente network musicale MTV.

Questi i loro album:
  • 1982 - Kissing to Be Clever ("Do You Really Want to Hurt Me")
  • 1983 - Colour by Numbers ("Karma Chameleon" e "Victims")
  • 1984 - Waking Up with the House on Fire ("The War Song")
  • 1986 - From Luxury to Heartache
  • 1999 - Don't Mind If I Do


Fonte principale: Wikipedia

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