venerdì 15 febbraio 2013

Fuga per la vittoria


Fuga per la vittoria (Escape to Victory) è un film del 1981 diretto da John Huston. Il film mantiene ancora oggi una notevole popolarità, soprattutto per la presenza di grandi calciatori dell’epoca a fianco degli attori principali, tra cui il celeberrimo Pelé. Film liberamente ispirato alla partita della morte tenutasi a Kiev il 9 agosto 1942 tra una mista di calciatori di Dynamo e Lokomotiv e una squadra composta da ufficiali dell’aviazione tedesca Luftwaffe. La particolarità di questo film dunque è che per interpretare le parti dei calciatori alleati sono stati chiamati nel cast numerosi atleti professionisti di fama internazionale.


A parte il già citato fuoriclasse brasiliano tre volte campione del mondo (1958, 1962 e 1970) troviamo Bobby Moore, capitano della nazionale inglese campione del mondo nel 1966; il belga Van Himst, il polacco Deyna, l’argentino Ardiles, campione del mondo nel 1978, tutti leader delle rispettive nazionali e altri ancora. Sylvester Stallone interpreta un improbabile soldato (in realtà una spia) canadese più avvezzo al football americano che al calcio, portiere dallo stile molto grezzo, che a più riprese chiede a Colby quale sia il giusto piazzamento sul corner, ma che all’ultimo minuto parerà il decisivo rigore che avrebbe permesso ai tedeschi di vincere la partita.


L’unico calciatore statunitense del cast, singolarmente, interpreta il ruolo di un atleta tedesco, il capitano Baumann. Si tratta di Werner Roth, nato nella ex-Jugoslavia da genitori provenienti dalla Germania e americano per naturalizzazione: su invito di Pelé, Roth si presentò alla produzione e fu ingaggiato per il film, inizialmente per recitare la parte di un calciatore francese schierato con gli Alleati. Ma quando John Huston si accorse che Roth parlava anche tedesco, gli affidò la parte di Baumann.


Eccola dunque la formazione degli alleati:
maglia 1: Robert Hatch (Stati Uniti d’America) - Sylvester Stallone
maglia 2: Michel Fileu (Belgio) - Paul Van Himst
maglia 3: John Colby (cap.) (Inghilterra) - Michael Caine
maglia 4: Pieter van Beck (Paesi Bassi) - Co Prins
maglia 5: Doug Clure (Inghilterra) - Russel Osman
maglia 6: Terry Brady (Inghilterra) - Bobby Moore
maglia 7: Arthur Hayes (Scozia) - John Wark
maglia 8: Carlos Rey (Argentina) - Osvaldo Ardiles
maglia 9: Sid Harmor (Inghilterra) - Mike Summerbee
maglia 10: Luis Fernandez (Brasile) - Pelé
maglia 11: Erik Borg (Danimarca) - Soren Lindsted


La cosiddetta partita della morte fu una partita di calcio giocata tra ufficiali tedeschi e giocatori ucraini nel 1942. Tale drammatico evento ha ispirato tre lungometraggi cinematografici, tra i quali il più famoso è senz'altro lo statunitense Fuga per la vittoria, nel quale però viene rappresentato un lieto fine che nella realtà non si verificò. Gli altri due sono Due tempi all'inferno (Ungheria 1962) di Zoltán Fábri e Il terzo tempo (Unione Sovietica 1962) di Evgenij Efimovič Karelov. La vera partita della morte si tenne il 9 agosto 1942 allo stadio Zenith di Kiev in Ucraina, nazione allora sotto occupazione tedesca.


Si fronteggiarono lo Start – una squadra mista composta da giocatori delle locali squadre della Dinamo e del Lokomotiv – ed il Flakelf, squadra composta da ufficiali tedeschi della Luftwaffe; l’arbitro fu un ufficiale delle SS. La città era deserta, ma lo stadio era pieno di poliziotti e di nazisti. I tedeschi si portarono in vantaggio, ma il primo tempo terminò 3-1 per lo Start. Nell’intervallo un ufficiale tedesco raggiunse negli spogliatoi i giocatori ucraini allo scopo di convincerli a perdere la partita, soprattutto per non far ripetere ai nazisti la brutta figura di un 5-1 subito in un match precedente e la gara sembrò volgere a favore della squadra tedesca che giunse al 3-3, ma l’orgoglio dei campioni ucraini prevalse: vinsero la partita per 5-3.


Ancor prima di lasciare il terreno di gioco, i vincitori si resero conto di aver firmato la propria condanna. L’attaccante Korotchich fu torturato e poi fucilato; altri sette giocatori invece finirono in un lager. Anche il portiere ed altri giocatori vennero uccisi – per rappresaglia – da lì a qualche giorno. Le cronache narrano che solo due furono i superstiti: Mikhail Sviridoski e Makar Goncharenko,proprio colui che con la sua doppietta aveva portato lo Start sul 3-1. Oggi in suo onore la Dinamo Kiev ha eretto un busto con la dedica «A uno che se lo merita».



Fonte principale: Wikipedia

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